La città dovette cambiare decisamente volto soltanto a partire dal VI secolo, in età bizantina, quando la rete viaria romana cadde in abbandono e l’abitato assunse così un nuovo aspetto. Dell’ultima fase di vita di Nora sono noti alcuni episodi edilizi che risultano variamente distribuiti nell’area urbana, la cui densità edilizia si era ormai piuttosto rarefatta rispetto a un tempo. Notevole importanza sotto il profilo della rifunzionalizzazione degli edifici antichi riveste la probabile trasformazione in strutture di carattere difensivo subita dalla cella del tempio forense e dal complesso edilizio delle Terme a mare, dei quali si sfruttarono l’imponenza monumentale e la favorevole posizione ai fini strategici. Sembra però trattarsi di interventi piuttosto circoscritti, nei quali si può forse cogliere l’esito di una certa contrazione della vita urbana. Molto noto è il passo della Cosmographia dell’Anonimo Ravennate che sul finire del VII sec. d.C. definisce Nora come un semplice praesidium. Poco si sa degli ultimi anni di vita di Nora e del suo definitivo abbandono. Le testimonianze più recenti riguardano il settore occidentale della penisola: l’ultimo edificio a cedere fu probabilmente la fortezza ricavata all’interno delle antiche Terme a mare, che crollarono devastate da un incendio verso la fine del VII oppure nell’VIII sec. d.C. Priva ormai di adeguate strutture difensive, Nora dovette così soccombere ai rovinosi effetti delle sempre più frequenti incursioni arabe.