Chiesa di Sant’Efisio

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La suggestiva chiesa di Sant’Efisio, meta della storica processione proveniente ogni anno da Cagliari all’inizio di maggio, sorge nel luogo in cui secondo la tradizione sarebbe avvenuto il supplizio del giovane soldato Efisio, inizialmente incaricato di perseguitare i cristiani e in seguito convertitosi alla loro stessa fede. L’area, situata nel suburbio della città antica, era stata per lungo tempo sede di una necropoli romana di età imperiale. È probabile che, alla morte di Efisio, un nucleo cimiteriale cristiano si sia sviluppato attorno a una memoria del martire sorta sul posto, come suggerito da una serie di importanti iscrizioni funerarie risalenti al IV-VI sec. d.C., da alcune tombe a cassone e da un bel frammento di mosaico funerario policromo conservato nel Museo Archeologico “G. Patroni” di Pula.

Le tracce dell’edificio sacro cristiano risalente a questa fase non sono molte; ipotesi accreditate portano a supporre l’esistenza di una primitiva aula di culto seminterrata a pianta cruciforme (martyrium), poi inglobata nella cripta della chiesa romanica. Al suo interno si trovano tuttora i due loculi che avrebbero accolto i corpi dei santi Efisio e Potito. Forse a un intervento di ristrutturazione previsto in epoca mediobizantina erano destinati gli elementi di arredo liturgico in marmo (plutei, transenne, capitelli ecc.) recuperati nel braccio di mare antistante alla vicina isola di San Macario.
Nell’XI secolo si registra un passaggio assai importante per le secolari vicende dell’antica chiesa martiriale: trasferite a Pisa le reliquie dei santi Efisio e Potito (rientrate nell’isola soltanto nel 2011), nel 1089 la chiesa fu donata ai monaci di San Vittore di Marsiglia, che la ricostruirono nelle forme attuali, ad eccezione dell’atrio porticato sulla fronte aggiunto tra il Seicento e il Settecento. Per la realizzazione del nuovo edificio furono sfruttati molti blocchi in arenite ricavati dallo smantellamento delle rovine di Nora; ne è un bell’esempio la stele del tophet ancora adesso inserita nella parete esterna meridionale rivolta verso la città. L’interno presenta una pianta longitudinale a tre navate voltate a botte, scandite da archi a tutto sesto sorretti da possenti pilastri. Al termine della navata centrale, più ampia delle due laterali, si apre un’abside con copertura a semicatino; una scala ricavata nella navata meridionale dà accesso alla cripta allungata posta sotto l’area presbiteriane.

Fotografie delle strutture archeologiche

Per saperne di più

  • Delogu R., L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma 1953 (= Sassari 1988), pp. 54-55.
  • Pesce G., Nora. Guida agli scavi, Cagliari 19722, pp. 19-21, 109-111, n. XXXI.
  • Coroneo R., Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ’300, Nuoro 1993, pp. 38-41.
  • Spanu P.G., La Sardegna bizantina tra VI e VII secolo, Oristano 1998, pp. 44-47.
  • Coroneo R., Scultura mediobizantina in Sardegna, Nuoro 2000, pp. 101-105.
  • Spanu P.G., Martyria Sardiniae. I santuari dei martiri sardi, Oristano 2000, pp. 61-81.
  • Mureddu D., Il culto cristiano dei primi secoli a Nora, in Insulae Christi. Il Cristianesimo primitivo in Sardegna, Corsica e Baleari, a cura di P.G. Spanu, Oristano 2002, pp. 197-200.
  • Spanu P.G., I possedimenti vittorini del priorato cagliaritano di San Saturno. Il santuario del martire Efisio a Nora, in Città, territorio, produzione e commerci nella Sardegna medievale. Studi in onore di Letizia Pani Ermini offerti dagli allievi sardi per il settantesimo compleanno, a cura di R. Martorelli, Cagliari 2002, pp. 65-103.
  • Coroneo R., Serra R., Sardegna preromanica e romanica, Milano 2004, pp. 248-249.
  • Giovannotti L., Nora (Pula), in “Rivista di Archeologia Cristiana”, 86, 2010, pp. 384-393.