La cosiddetta “kasbah” consiste in un fitto quartiere abitativo ubicato lungo il versante meridionale e sud-occidentale del “colle di Tanit”, a monte della strada che dal teatro conduce verso il settore opposto della penisola. Le strutture di questo quartiere furono portate in luce da Gennaro Pesce negli anni Cinquanta del secolo scorso; da allora l’area non è più stata oggetto di indagini archeologiche.
Il quartiere risulta suddiviso in due parti da uno stretto vicolo con andamento nord/est-sud/ovest (A). La zona ad est del tratto viario è costituita da modeste abitazioni, contraddistinte da un numero variabile ma contenuto di vani e in alcuni casi dotate di un cortile. Più comprensibile è la zona ad ovest del vicolo, dove si distingue un’abitazione signorile (B) provvista di un ambiente porticato, che si articolava su due livelli. In generale il complesso abitativo non sembra rispettare un piano di sviluppo regolare, ma si adatta all’andamento naturale del pendio. Nel contesto sono presenti anche numerose strutture idrauliche: oltre a una quindicina di cisterne, nell’area alle pendici meridionali del “colle di Tanit” si trova una fontana rettangolare in laterizi con il lato frontale concavo (C), rifornita da una cisterna collocata alle sue spalle (D) nella quale è stato riconosciuto il serbatoio terminale dell’acquedotto (castellum aquae).
La particolare conformazione del complesso edilizio e la tecnica edilizia impiegata, che richiamano soluzioni simili attestate in Nord Africa, stanno all’origine della fantasiosa definizione del quartiere, basata su alcune affinità con l’edilizia domestica di tradizione punica. Più realisticamente, a causa della compresenza di strutture pertinenti a più fasi edilizie e dell’assenza di dati stratigrafici decisivi, si deve ammettere che questo settore della città antica rimane ancora oggi uno dei meno noti dal punto di vista sia planimetrico sia cronologico. Alcuni indicatori archeologici suggeriscono comunque una datazione compresa tra l’età romana repubblicana e la tarda antichità.
Per saperne di più
- Pesce G., Nora. Guida agli scavi, Cagliari 19722, pp. 78-81, nn. XV-XVI.
- Chiera G., Testimonianze su Nora, Roma 1978, pp. 43-45.
- Angiolillo S., Mosaici antichi in Italia. Sardinia, Roma 1981, pp. 60-61.
- Bejor G., Nora I. L’abitato romano: distribuzione, cronologie, sviluppi, in “Quaderni della Soprintendenza archeologica per le Province di Cagliari e Oristano”, 9, 1992, pp. 125-132.
- Tronchetti C., Nora, Sassari 20012, pp. 38-40, nn. 15-16.
- Ghiotto A.R., L’architettura romana nelle città della Sardegna, Roma 2004, pp. 137-138, 157-164.