Quello di Nora è ad oggi l’unico teatro romano conosciuto in tutta la Sardegna. L’edificio si trova nel centro monumentale dell’abitato, nelle vicinanze del foro e del Tempio romano, in un punto di cerniera tra i vari quartieri cittadini, alle pendici meridionali del “colle di Tanit”. Anche dopo l’abbandono la parte superiore dell’emiciclo della cavea rimase sempre in vista e costituì per secoli una delle pochissime testimonianze strutturali della città antica emergenti dal terreno. Anche per questo motivo il teatro fu il primo monumento di Nora ad essere scavato da Gennaro Pesce nel 1952. Più volte restaurato, il teatro funge tuttora da edificio per spettacoli nella stagione estiva; a tale scopo, per alcuni mesi, al suo interno è presente una sovrastruttura amovibile di recente ideazione.
Allo stato attuale, dell’edificio si conservano la parte inferiore della cavea (ima cavea), costituita da 11 gradoni in andesite violacea e sorretta da possenti sostruzioni in blocchi di arenite, i due ingressi laterali voltati a botte (aditus maximi) pesantemente restaurati, lo spazio dell’orchestra pavimentato in lastre di marmo (in gran parte di restauro) con un bordo esterno in mosaico, le poderose strutture basali del settore scenico, con le tracce degli incassi per la travatura lignea su cui poggiava il palcoscenico, e le scalette per raggiungere gli spalti sopra agli ingressi (tribunalia). Quasi nulla rimane invece, a causa delle spoliazioni medievali e moderne, della parte superiore della cavea (summa cavea) e del monumentale muro di frontescena (scaenae frons) eretto sul lato rettilineo del teatro, il quale non permetteva che la vista spaziasse come oggi in direzione del foro. Considerando anche la porzione perduta della cavea, la capienza del teatro doveva aggirarsi sui 1100-1200 posti a sedere.
Lo studio strutturale condotto da Giorgio Bejor ha evidenziato le tracce di due fasi di ristrutturazione e di potenziamento dell’edificio successive rispetto al suo impianto originario, risalente alla prima età imperiale. Tra i vari interventi di modifica spicca la costruzione di un portico alle spalle del muro di frontescena (porticus post scaenam), del quale rimangono dodici basi per colonne alternate alle soglie d’accesso aperte sulla antistante via lastricata. A un utilizzo tardo dell’edificio, ormai destinato ad usi ben diversi rispetto a quelli teatrali, sono stati riferiti i grandi orci in terracotta posti all’interno dell’iposcenio, già interpretati come vasi risonatori.
Tour virtuale (tribunal nord)
Tour virtuale (orchestra)
Tour virtuale (palcoscenico)
Viste ricostruttive
Per saperne di più
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- Pesce G., Nora. Guida agli scavi, Cagliari 19722, pp. 58-68, nn. V, VII.
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- Amucano M.A., Il teatro romano di Nora: contributo per la rilettura architettonica e urbanistica, in Atti del I Congresso di Topografia antica (Roma, 13-15 maggio 1993), “Rivista di Topografia Antica”, IV, 1994, pp. 195-212.
- Tronchetti C., Atzeni C., Demurtas G., Massidda L., Sanna U., Cara S., Sistu G., Valutazione dell’impatto esercitato dal moderno riutilizzo sulla conservazione del teatro romano di Nora (Sardegna), in Dal sito archeologico all’archeologia del costruito. Conoscenza, progetto e conservazione, Atti del Convegno (Bressanone, 3-6 luglio 1996), a cura di G. Biscontin, G. Driussi, Padova 1996, pp. 483-491.
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